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PINK FLOYD - THE WALL
(THE WALL)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 21 aprile 1983
 
di Alan Parker, con Bob Geldof, Christine Hargreaves (Gran Bretagna, 1982)
 

Prima sala della Svizzera italiana, il Corso di Lugano si è dotato di un impianto sonoro del tipo Dolby-Stereo. Un'innovazione per la diffusione della banda sonora delle pellicole che rappresenta un po' quella che è stata l'alta fedeltà per la riproduzione discografica. Questa possibilità di ampliare, sia in latitudine che in qualità, il suono, pone nelle mani dei realizzatori nuove possibilità espressive. Succede quello che è già successo con l'allargarsi dello schermo (cinemascope e procedimenti simili): il regista si vede ampliato il campo d'azione. Ma diventa ancora più difficile padroneggiare il tutto, riempire armoniosamente gli spazi vuoti...

The Wall costituisce un ottimo pretesto per compiere quella specie di battesimo del suono che è il dolby in sala: e l'impianto della sala ticinese, ricercando un equilibrio privo di sensazionalismi ci sembra perfettamente a punto. Non cosi si può dire del film di Alan Parker: certo la musica dei Pink Floyd ha i suoi ammiratori. E la qualità degli effetti visivi e sonori che costellano il film sono più che sensazionali. Ma Parker (anche se lo preferiamo qui che non nei melodrammi recenti tipo Shoot the Moon) si segnala per una costante: quella della ricerca del massimo effetto.

Ogni istante del film, ogni suo aspetto (ogni inquadratura, ogni illuminazione, ogni recitazione e, naturalmente, ogni rumore...) è studiato per ottenere questo effetto magnificato. E il cinema, non privo di qualità professionali, che mira al pugno nelle viscere. Ma questa biografia del leader Pink, eroe del rock and roll che si trova confrontato con l'alienazione di sempre (l'educazione, il sesso, la guerra, la violenza che costruiscono il muro da cui il titolo) finisce con l'ottenere l'effetto contrario. Col perdere, cioè, in efficacia.

C'è più violenza nel gatto scaraventato contro il muro in Novecento di Bertolucci (tanto per fare un esempio) che nella serie ininterrotta di immagini superdinamiche di The Wall. Proprio perché la tecnica sta dando modo ai registi di esprimere il massimo dei suoni e degli effetti è giunta l'ora d'imparare ad usare i silenzi, e la riflessione.


   Il film in Internet (Google)

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